07/06/13

Tiresia ed il sesso

                    


 PARTE PRIMA


 c'era una volta un certo Tiresia, un bel giovanotto nato a Tebe, in Grecia; così almeno ci racconta la mitologia greca che quando vuole sa anche essere assai stuzzichina e peperina, come andremo a capire fra poco.

 

Una Dea minore, sapete, quelle che vengono chiamate ninfe e magari sono anche un po' ninfomani, e che non contano una sverza nell'affollato Pantheon greco-latino, ma che tutto sommato possiedono i poteri di superman, si trovava casualmente a passare di là mentre Tiresia stava commettendo questo efferato sacrilegio alle creature del bosco di questa zabetta che ne era la custode.

                      un gruppetto di ninfe ninfomani   la bella vita delle ninfe

 Questa Dea alla vista di cotanto scempio si adirò oltre ogni dire nei confronti dell'incauto giovinastro, e che gli fece? come lo punì? Ebbene lo trasformò in donna! Ora, direte voi, già me lo immagino, se questa è una punizione... Ed in effetti Tiresia che era magari un po' spietato con gli animali da struscio, ma non certamente scemo, ne approfittò a tal punto che divenne una celebre prostituta. Sette anni dopo, la nostra ragazzotta, Tiresia femmina, chissà perchè ritornò ancora una volta in quello stesso boschetto per fare una passeggiata in attesa di andare a fare del bene in qualche postribolo di Tebe, quando nuovamente vide altri due serpenti che stavano fornicando impipandosi del buon costume e della pubblica decenza. Che cosa fece la cretina? L'avrete già capito: nuovamente afferrò un robusto e nodoso bastone e patapìn patapùn, nuovamente infierì sui due sporcaccioni rettili ammazzando stavolta il maschio. Di nuovo la Dea minore, ninfa del boschetto, casualmente si trovava a passare di là per rompere le balle, e come sette anni prima si sconvolse d'ira a tal punto che ritrasformò la ragazza Tiresia
in uomo.
 Fine della prima parte.





SECONDA PARTE


 Un giorno Giove e Giunone, sua moglie tracagnotta, si trovavano sul monte Olimpo a litigare, tanto per cambiare, per la solita ragione: il re degli Dei aveva il vizietto di fare le corna alla sua signora senza fare troppe distinzioni fra altre Dee e donne mortali, d'altronde noi maschietti siamo fatti così... buco è buco, ogni lasciata è persa, e così via. Giunone era veramente furiosa quella volta, tanto che il re dei fulmini messo alle strette e non sapendo più come replicare si lasciò andare ad una scusante alquanto inopportuna, dicendo:  
"Sì è vero che io ti tradisco ogni tanto, però tutto sommato quando ci accoppiamo sul nostro talamo aulente io ti gratifico di un immenso piacere, ben superiore al mio, che io non riesco nemmeno ad immaginare, tanto ti sento urlare mentre ti contorci in maniera invereconda..."
 "Cosa vorresti dire - gli urlò Giunone - che io provo più piacere di tè? Quando sai benissimo che nell'amplesso è l'uomo che gode di più!"
 "No mia cara - sempre Giove - siete voi donne a godere di più!!"
 "Ma cosa stai dicendo - gridava la lardosa regina delle Dee - ti dico che è l'uomo che gode di più!!"



 Insomma la cosa si stava protraendo per un bel po', quando finalmente venne a loro in mente di Tiresia, il quale aveva vissuto sia da maschio che da femmina, e quindi chi meglio di lui avrebbe potuto fornire una oggettiva testimonianza assolutamente imparziale, valida per risolvere il terribile quanto ozioso quesito?
 Finalmente una volta tanto d'accordo ambedue, decisero di mandare a chiamare Tiresia, il quale di lì a poco arrivò per essere sottoposto al quiz del secolo. "Caro Tiresia - gli chiesero i due litigiosi e divini sposi - tu che hai vissuto sia da uomo che da donna, rispondi a questo quesito che ci tormenta: chi è

durante l'amplesso a provare maggior piacere, l'uomo o la donna?"

           Giunone nella rappresentazione iconografica   Giunone nella realtà
    Giunone dopo cura dimagrante

 E Tiresia così sentenziò:

  "Se il piacere si potesse dividere in dieci parti, nove spetterebbero alla donna,  ed una solamente all'uomo".

Potete immaginare Giunone come si incazzò con il povero Tiresia, per aver perduto la disputa con il marito. Senza pensarci troppo la poco sportiva Dea lo accecò spietatamente, ed il povero Giove, non potendo azzerare il malvagio prodigio della moglie (era proibito*), mosso a pietà, gli concesse il dono della chiaroveggenza. E così da quel momento Tiresia, maschio e cieco divenne il più famoso chiaroveggente della mitologia greca.

 Avete capito care le mie spitinzie? 9 a 1! Quindi d'ora in poi fate meno le preziose!!!

 Flavio

 *allorquando un Dio greco realizzava un qualsivoglia prodigio, nessun'altro Dio, neanche Giove in persona, poteva intervenire per annullarlo o modificarlo.

1 commento:

waldemarrtaha ha detto...

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