06/04/14

il ganoderma lucidum


TALLOFITE E CORMOFITE
l'autore dell'articolo
cosa diavolo sono i funghi? Questa premessa è necessaria, visto che in questo articolo ho deciso di parlare di un particolare fungo dalle meravigliose proprietà  curative già note da secoli agli imperatori cinesi, ma, tanto per cambiare, del tutto sconosciuto (fino ad oggi) presso i popoli occidentali.

Quando si dice la parola fungo, subito l'immaginazione va al classico cappello che la gente va a raccogliere nei boschi per farci un delizioso risotto. Le cose ovviamente sono un pochettino più complicate, per cui ritengo che una lezioncina di botanica ci stia più che bene.
Innanzitutto il regno vegetale va diviso in due grandi gruppi: le tallofite o piante inferiori e le cormofite o piante superiori. La differenza essenzialmente sta nel fatto che le seconde presentano una differenziazione morfologica in radici, fusto e foglie che sono i tre componenti essenziali di una pianta, qualsiasi essa sia. Le radici, ovviamente, servono per assorbire le sostanze nutritizie dal terreno, in primis l'acqua, ed inoltre per fissare la pianta nelle terra, il fusto invece serve come supporto meccanico, mentre le foglie, che sono il vero laboratorio chimico della pianta, hanno la funzione di assorbire i raggi solari nella banda spettrale del visibile, che è la più adatta per le reazioni fotochimiche endentalpiche, che cioè richiedono energia esterna per avverarsi. Per capirci: se io brucio un ceppo nel caminetto ottengo del calore tramite la fiamma, e questa è una reazione esentalpica o esotermica, cioè liberatrice di calore, di energia; ma da dove ha acquisito questa energia il pezzo di legno? semplice: dal sole che ci irradia mediante la fotosintesi: esso ha inglobato energia chimica sotto forma di glucosio, cellulosa, amido, i quali poi libereranno in seguito la stessa energia sotto forma di calore o di vita animale.
carotenoide
a clorofilla
a clorofilla

File:Clorofilla animazione.gif
clorofilla ballerina

L'istogramma qui sopra ci fa capire che la clorofilla a (la più diffusa) assorbe su due lunghezze d'onda, sui 420 mμ (blu) e 680 mμ (arancione), inoltre la presenza di carotenoidi che assorbono nel blu riflettendo nell'arancione, fa sì che la colorazione della foglia risulta verde con mille sfaccettature a seconda di quale pianta si tratti. In autunno le foglie appaiono gialle perchè la clorofilla degradandosi più velocemente del carotene fa mancare la sua componente cromatica con conseguente messa in evidenza del giallo arancio.
Ma vediamo adesso di prendere in esame le piante tallofite, le quali, come accennavo all'inizio, non presentano nessuna differenziazione fra radice, fusto e foglia, anzi sono un tutt'uno. In questo gruppo possiamo annoverare solamente due famiglie, le alghe ed i funghi. In realtà ci sarebbero anche i licheni che però sono una simbiosi mutualistica fra fungo ed alga.

  
Per quanto riguarda le alghe mi dilungo un po' nella pagina dedicata alla spirulina, che per l'appunto è proprio un'alga, e che potete leggere cliccando sempre su questo mio blog, mentre direi invece di passare direttamente a parlare di funghi o miceti, visto che il ganoderma è proprio un bel fungo cinese.
   campioni del mondo...
Questa famiglia dei funghi, o miceti che dir si voglia, comprende almeno 100.000 specie diverse che possono avere dimensioni estremamente variabili: si va dai funghi, diciamo così, commestibili che tutti ben conosciamo, ai funghi microscopici invisibili, ma che sono noti al pubblico principalmente perchè portatori di fastidiose infezioni della pelle. Ma sempre fra questi piccoletti possiamo annoverare anche il Saccaromices elypsoideus che è responsabile della fermentazione alcoolica grazie alla quale possiamo berci un bel bicchiere di quello buono...

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Tutti questi funghi, grandi o piccoli che siano, però hanno in comune alcuni parametri ben precisi, e cioè:
1) alimentazione eterotrofa, ovverossia si nutrono di materiale organico proprio come facciamo noi umani, che metabolizziamo i fagioli o la bistecca o le tagliatelle per produrre energia, cioè vita; mentre tutte le piante superiori che contengono la clorofilla sono invece autotofre perchè sono in grado di produrre, mediante l'assorbimento della radiazione visibile del Sole utilizzando la clorofilla, l'energia che serve agli animali che di esse si cibano.
2) la mancanza totale di tessuti differenziati, elemento ben presente invece nelle cormofite, piante superiori, dove il legno è ben diverso da una foglia o da un petalo.
3) la riproduzione che avviene tramite la sporogonìa, laddove le cormofite presentano invece una riproduzione anfigonica, data da un gamete maschile (polline) che va a fecondare l'elemento femminile (ovulo) conservato nella base del pistillo.
Ma come comincia la vita di un fungo a partire dalla spora lasciata cadere sul terreno e portata in giro dal vento e dall'acqua? Riassumerò per grandi linee il processo per non appesantire troppo il discorso, ma chi volesse approfondirlo più dettagliatamente non dovrà fare altro che utilizzare wikipedia che come al solito fornisce una grande messe di informazioni anche se un pochettino ostiche ed indigeste.
questi sono i basidi che trovandosi tra le lamelle od i pori producono le spore che a maturazione cadono a terra
il cerchio delle streghe: al centro c'era la spora originaria che crescendo a raggera ha creato questa meraviglia della natura
La spora, come dicevo, lasciata a se stessa, qualora(!) riesca a trovare in quel luogo le condizioni favorevoli al suo sviluppo, comincia a riprodursi formando dei lunghi e sottili filamenti chiamati ife e che si irradiano a raggiera anche per qualche metro, crescendo con velocità sorprendente, finchè grazie a qualche misterioso impulso decide di metter su famiglia... cioè decide di riprodursi; ecco allora che queste ife il cui inviluppo viene chiamato micelio si sviluppano in maniera verticale formando il cosiddetto carpòforo, cioè il fungo che si raccoglie e che si mangia col risotto, sempre sperando che non sia velenoso... Prima ho sottolineato la parola qualora, sì perchè le condizioni di sviluppo delle spore devono essere ben precise e non lasciate al caso, infatti coltivare i funghi in giardino è impossibile o estremamente difficile, viste le esigenze maniacali di queste deliziose tallofite. E' il carpòforo dunque che differenzia visivamente il fungo, tanto che possiamo suddividere i funghi basidiomiceti in varie categorie a seconda di come è congegnata la parte inferiore del cappello, e precisamente:
agaricacea: notate le lamelle
agaricacee sono i funghi a lamelle, il più tristemente noto è la amanita phalloydes.
il porcino è una tipica poliporiacea
poliporiacee, che come dice il nome presentano sotto il cappello dei piccolissimi pori, fra di esse possiamo annoverare il porcino e il Ganoderma che è il vero protagonista della nostra chiacchierata.
Nell'un caso e nell'altro le spore vengono liberate dai basidi proprio attraverso le lamelle ed i pori.
Ma come si nutrono i funghi? Anche loro come tutte le creature viventi del pianeta Terra hanno bisogno di energia per sopravvivere, per cui devono "mangiare" qualcosa. Ebbene, forse ben pochi lo sanno, ma la loro esistenza è di fondamentale importanza per il riciclo della vita, infatti demoliscono completamente qualsiasi sostanza organica viva o morta che sia.
Saprofiti
Si definiscono saprofiti tutti quei funghi che degradano sostanze non viventi di origine animale o vegetale in composti meno complessi. Ad esempio vari composti organici come la lignina e la cellulosa vengono aggredite e disgregate da una miriade di differenti funghi, che con i loro enzimi sono in grado di smontarli e nutrirsene in una catena metabolica molto intricata rendendo questi composti sempre più semplici fino a ottenere un residuo minerale assimilabile dal fungo. Ogni fungo occupa una propria posizione in questa catena di demolitori altamente specializzati, tanto che se per una qualsiasi ragione un anello in questa successione venisse a mancare il processo metabolico si interromperebbe e l'insieme di organismi dipendenti dai precedenti muore. In pratica non esiste composto organico che i funghi non riescano a degradare. Ad esempio, la specie Hermodendron resinae è capace di metabolizzare addirittura il cherosene!!! Si comprende il ruolo di estrema importanza che questi organismi hanno nel riciclare la materia organica di rifiuto. Ed altresì c'è da chiedersi perchè non si compiano studi più accurati per utilizzare questi ecologici spazzini risparmiando polemiche a non finire su inceneritori e termovalorizzatori, facendo così contento Beppe Grillo. La risposta è ovvia, che i funghi costano niente e quindi nessun politico può lucrarci sopra. O no?
Parassiti
Si definiscono parassiti quei funghi che si nutrono di organismi viventi, portandoli a volte gradatamente a morte. In natura essi operano la selezione dei più forti. Alcuni fra questi funghi, come ad esempio Armillaria mellea, dopo un iniziale comportamento da simbionte, diventano parassiti, per cui l'ospite (una pianta) viene ucciso, continuano poi con comportamento saprofita a nutrirsi della loro vittima anche quando questa è ormai morta; al contrario quelli definiti parassiti obbligati per distinguerli dai precedenti che vengono detti facoltativi, muoiono se muore il loro ospite. Il parassitismo colpisce anche gli animali, l'uomo, gli insetti e gli stessi funghi, con specializzazioni ancora una volta anche estreme, ad esempio esistono funghi specializzati nel degradare solo le tegmine delle cavallette, oppure di colpire una particolare specie di insetto. Ne esistono anche di predatori, capaci cioè di catturare, con trappole anche sofisticate (cappi strozzanti, bottoni adesivi), le loro prede come ad esempio i nematodi (vermi). Di recente, si tenta con successo di utilizzare questi parassiti nella lotta biologica contro specie che sono risultate resistenti agli insetticidi. Ad esempio, le zanzare del genere Anopheles portatrici della malaria, vengono uccise da Beauveria bassiana; basta infatti spruzzare una emulsione di acqua, olio e micelio, dove l'olio serve a conservare l'umidità necessaria perché il fungo sopravviva.
Simbionti
Si definiscono simbionti quelle forme di parassitismo controllato in cui una specie si avvantaggia dell'ospite e questi trae vantaggio dalla contaminazione col “parassita“; lo scambio è alla fine mutualistico. Ad esempio il fungo estrae zuccheri dalle radici della pianta ma per scambio chimico cede sali minerali, azoto, potassio, fosforo. Il processo di infezione viene detto micorriza. Il fungo cede anche acqua, nel costruire le proteine durante il processo di polimerizzazione tra il gruppo amminico di un amminoacido e il gruppo carbossilico di un secondo, di cui la pianta attraverso l'assorbimento radicale si impadronisce. Si comprende come in caso di siccità questo meccanismo possa essere di grande aiuto. In un altro caso di simbiosi (Orchidee), il fungo cede zuccheri alla piantina in crescita, almeno fintanto che non si sviluppa il processo di fotosintesi. Poiché il seme della pianta è estremamente piccolo e non contiene praticamente carboidrati, la simbiosi è qui vitale.
Le Candida forniscono importanti agenti patogeni umani che sono più noti per causare infezioni opportunistiche in pazienti immunocompromessi (ad esempio pazienti sottoposti a trapianto, malati di AIDS, malati di cancro). Le infezioni sono difficili da trattare e potenzialmente molto gravi. Il sequenziamento del genoma di C. albicans e quelle di molte altre clinicamente rilevanti ha fornito un impulso importante per un'analisi genomica comparativa e funzionale. Questi studi stanno aiutando lo sviluppo di strategie diagnostiche sensibili e nuove terapie antimicotiche.

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Aspergillus
  varii tipi di aspergilli, ben noti parassiti dei nostri cibi
Spore di Aspergillus si trovano quasi ovunque; siamo regolarmente e quasi costantemente esposti ad esse. Tale esposizione è una parte normale della condizione umana e in genere non provoca effetti nocivi. Tuttavia, Aspergillus causa malattie in tre modi principali: attraverso la produzione di micotossine, attraverso l'induzione di risposte allergiche e attraverso infezioni localizzate o sistemiche. Con le ultime due categorie, lo stato immunitario dell'ospite è fondamentale. Allergie e asma si pensa essere causate da una risposta immunitaria attiva contro la presenza di spore fungine o ife. Al contrario, nell'aspergillosi invasiva, il sistema immunitario è in crisi e la difesa non è efficace.
Le specie patogene più comuni sono Aspergillus fumigatus e Aspergillus flavus. Aspergillus flavus produce aflatossina che è sia una tossina sia un agente cancerogeno potenzialmente in grado di contaminare alimenti come le noci. Aspergillus fumigatus e Aspergillus clavatus possono causare allergia. Alcuni Aspergillus causano patologie alle colture di grano e mais, sintetizzano micotossine tra cui aflatossina. L'Aspergillosi è il gruppo di malattie causate da Aspergillus. I sintomi comprendono febbre, tosse, dolore toracico o dispnea. Di solito, solo i pazienti con indebolimento del sistema immunitario o con altri deficit polmonari sono sensibili.
File:Penicillium notatum.jpg
lo riconoscete? no,eh? è il Penycillium notatum, quella muffa che produce la penicillina scoperta da Fleming nel 1928.
La penicillina è un estratto dei funghi Penicillium notatum e Penicillium chrysogenum. Sono estratti beta-lattamici che contengono cioè un anello beta-lattamico (deriva dalla condensazione di una funzione carbossilica con l'ammina sul Cβ). La base è l'acido 6-amino penicillanico. L'anello beta-lattamico è condensato con un anello tiazolidinico (è a 5 termini con S e N) e prende nome di nucleo penam.



L'AMANITA FALLOIDE
Caratteristiche morfologiche Amanita phalloides
Cappello convesso
Imenio lamelle
Lamelle libere
Sporata bianca
Velo anello e volva
Carne immutabile
Micorrizico
Mortale
L'Amanita phalloides nota anche come Tignosa verdognola ed Agaricus phalloides è un fungo mortale assai diffuso ed è quasi certamente il più pericoloso esistente in natura a causa della sua tossicità estremamente elevata e del suo elevato polimorfismo che lo rende somigliante a molte specie congeneri e non (da qui i nomi popolari di coppa della morte, di ovolo bastardo e di angelo sterminatore).


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amanita phalloides




File:Amanita phalloïdes.jpg
da giovane









Contiene amanitine (di due tipi, alfa e beta), molecole cicliche che bloccano selettivamente l'enzima RNA polimerasi coinvolto nella sintesi proteica, e falloidine (PM 1000), altro tipo di ciclo-peptidi ugualmente dannosi per la membrana cellulare, poiché legano con l'actina, proteina strutturale che mantiene in posizione i canali ionici ed in tal modo dalla cellula fuoriescono ioni sodio ed entrano ioni potassio: la cellula quindi si gonfia fino a lisare.
Amanitine e falloidine sono tossine termostabili e quindi anche dopo cottura il fungo rimane velenoso mortale.
la terribile alfa amanitina
Pericoli per la salute dell'uomo
Provoca danni irreversibili al fegato e la morte. Possono risultare letali anche piccolissimi frammenti, quindi nel caso in cui il fungo durante la raccolta venga in contatto con altri funghi commestibili è assolutamente sconsigliato consumare questi ultimi, inoltre il fungo mantiene tutte le sue proprietà velenose anche dopo la cottura, l'essiccazione ed il congelamento. I primi sintomi della sindrome falloidea possono essere avvertiti dopo circa 12-24 o 48 ore dall'ingestione (quando ormai è troppo tardi), a seconda della costituzione fisica del soggetto. In questo periodo le RNA polimerasi a livello del fegato vengono inibite: cessa quindi la sintesi proteica ed il fegato va in necrosi con effetti analoghi all'epatite virale in forma grave. Se l'avvelenamento è diagnosticato in tempi brevi, è possibile scongiurare il decesso del paziente; tuttavia quest'ultimo, a seguito del danno epatico riportato, dovrà ricorrere a emodialisi oppure al trapianto dell'organo.
L'elevato "polimorfismo" dell'A. phalloides aumenta enormemente il rischio di confusione con altre specie congeneri o con specie di generi differenti di Amanita.
Occasionalmente può raggiungere dimensioni ragguardevoli in altezza.

Ma adesso basta parlare di morte, passiamo invece ad un fungo del tutto diverso: il fungo dell'immortelità.

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   IL GANODERMA 






Ganoderma Reishi o Ling Zhi sono due specie di funghi (Ganoderma o Reishi Rosso e Ganoderma o Reishi Nero) che possiedono proprietà miracolose.
Ganoderma - Reishi 
Il Reishi è un fungo saprofita della quercia e del castagno; come tale, per vivere, necessita del relativo substrato legnoso in decomposizione.

Descrizione del Ganoderma o Reishi

Rosso: dal punto di vista strutturale, il Ganoderma o Reishi rosso si distingue per il cappello rosso circolare dall'orlo chiaro, tendente al giallo lucido se giovane ed opaco se maturo, che può raggiungere i 15 centimetri di diametro. Il gambo è verticale od obliquo, lungo massimo 30 cm, noduloso e lucido. La polpa è elastica e coriacea, dall'odore gradevolmente tannico e dal sapore legnoso.
Nero: il Ganoderma o Reishi nero è più diffuso in Cina, macroscopicamente risulta di dimensioni inferiori (cappello di circa 6 cm di diametro e mai oltre i 10 cm), ha un colore bruno e possiede una forma del cappello più irregolare rispetto al Ganoderma o Reishi Rosso.

Cenni di coltivazione del Ganoderma o Reishi

Oggi, il Ganoderma o Reishi è coltivato ampiamente sia in Asia (prevalentemente in Cina e Giappone), sia in America, ma la popolazione nipponica è stata senz'altro la prima ad intraprendere le colture estensive di Ganoderma o Reishi (primi anni '70).
Come anticipato, il Ganoderma o Reishi è un saprofita di castagno e quercia, pertanto la sua coltivazione necessita della presenza di substrati di legno parzialmente decomposto; le tecniche di produzione del Ganoderma o Reishi sono due: 
  • In bottiglia, per inoculamento delle spore nell'apposita pasta di legno (poco produttiva - funghi di piccole dimensioni)
  • In scatola, per inoculamento delle spore su pezzi di tronco posizionati in contenitori dello stesso materiale (mediamente produttiva - funghi di medie dimensioni)

 

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Componenti "miracolose" del Ganoderma o Reishi

Il Ganoderma o Reishi è un fungo officinale impiegato nelle varie tecniche mediche tradizionali orientali; i principi attivi del Ganoderma o Reishi sono:
Il Ganoderma o Reishi non è l'unico fungo dalle proprietà benefiche; si conoscono anche loShitake, il Maitake ed il Cordyceps, che pur vantando una composizione chimica molto simile, non contenendo gli acidi ganoderici (dal sapore amaro), risultano meno efficaci.
NB. Tra il Ganoderma o Reishi Rosso e quello Nero, il primo sembra essere più efficacie grazie alla maggior concentrazione di principi farmacologici.
Il Ganoderma o Reishi può essere consumato in forma alimentare o come estratto.
Effetti auspicati dell'integrazione con Ganoderma o Reishi
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Proprietà benefiche del Ganoderma o Reishianalgesicoantiallergico, preventivo dalla bronchite, anti infiammatorio, stimolante le cellule immunitarie Natural Killer (NK), antibatterico per effetto dell'immunostimolazione, antivirale per l'aumento della produzione di interferoneantiossidante, antitumorale, ipotensivoipocolesterolemizzante, cardio tonico, antidepressivo e rilassante, mucolitico, ostacola il virus HIV (sia in vitro che in vivo), migliora la funzionalità cortico-surrenalica, aumenta la produzione di interleuchina 1 e 2 prodotta da macrofagi e splenociti.
Assumere Ganoderma o Reishi
Nonostante venga consigliato come coadiuvante di terapie molto complesse, il Ganoderma o Reishi è un integratore alimentare e non un farmaco, pertanto risulta adatto al consumo in qualsiasi età e stato fisio-patologico; sia chiaro, l'eventuale assunzione DOVREBBE essere valutata e consigliata dal medico di base che, d'altro canto, a volte non ne conosce la composizione o gli effetti specifici.
L'unica avvertenza si riferisce all'interazione chimica tra le molecole del Ganoderma o Reishi ed il sistema immunitario di pazienti IMMUNOSOPPRESSI e/o sottoposti a trapianto d'organi; in tal caso, forse l'assunzione di Ganoderma o Reishi non risulterebbe consigliabile.

Il Ganoderma o Reishi dovrebbe essere assunto quotidianamente, meglio se: la mattina, a stomaco vuoto, associato ad integratori di acido ascorbico (la vit. C favorisce la digestione dei carboidrati fungini) e con buone quantità d'acqua per favorire la filtrazione renale.
I vantaggi del Ganoderma o Reishi sono variabili e dipendono dalle interazioni fisiologiche; in linea di massima, se l'organismo viene posto in condizioni ottimali (stile di vita ed alimentazione), attraverso l'integrazione quotidiana di Ganoderma o Reishi dovrebbe manifestare i primi miglioramenti entro 10-14 giorni dall'inizio dell'integrazione alimentare.
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Ci sono effetti collaterali nell'utilizzo di Ganoderma o Reishi?
Sia nella medicina tradizionale Cinese che in base agli istituti erboristici contemporanei, il Ganoderma o Reishi è considerato un' ERBA SUPERIORE e di 1a QUALITA', ovvero un prodotto assolutamente innocuo (anche clinicamente osservato e testato) che può essere consumato per lunghi periodi in assenza di effetti collaterali.
Tuttavia, in alcuni soggetti si possono osservare poche reazioni nel periodo iniziale; ad esempio: disturbi digestivivertigini, mal di ossa ed eruzioni cutanee. Alcuni le correlano ad una sorta di "disintossicazione" repentina, ma non si esclude che possano celare forme di ipersensibilità, allergie o più genericamente intolleranze alimentari.
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Studi scientifici dimostrano che il Ganoderma è ricco di componenti attivi farmaceutici, ci sono circa un migliaio di composti che si trovano nelGanoderma Lucidum che possono essere suddivisi in 10 diverse categorie, tra cui polisaccaridi, triterpeni, polipeptidi, 16 tipi di amminoacidi, proteine, steroidi, mannitolo, cumarinici, alcaloidi, acidi organici, e micro-elementi.
Possiamo confermare che il Ganoderma Lucidum è un’ottimo rimedio per molti tipi di patologie, ma non solo perchè è uno degli antiossidanti più potenti al mondo, studi recenti hanno confermato che il Ganoderma Lucidum è un nutraceutico e che riesce a risolvere qualsiasi tipo di patologia, ma ovviamente come ogni sostanza che fa bene al nostro corpo, ilGanoderma ci impiega il suo tempo!
Integratori di Ganoderma o Reishi: qualità e forme
La qualità degli integratori a base di Ganoderma o Reishi dipende dalla coltivazione (metodo, qualità del fungo, qualità del legno, clima ed ambiente ecc.) e dall'estrazione del principio attivo (metodo). Come si può dedurre, l'etnia più "colta e preparata" nella produzione degli integratori a base di Ganoderma o Reishi è quella giapponese (metodo di coltivazione naturale); inoltre, vista e considerata l'imprevedibilità del mercato (soprattutto on-line), si consiglia 1) Di cercare marchi debitamente etichettati 2) Di evitare acquisti di dubbia provenienza.
Il Ganoderma Reishi può anche essere consumato in forma alimentare. Per favorire la conservazione del fungo è necessario, dopo la raccolta, tagliarlo ed essiccarlo; al momento del consumo, le modalità di cottura da prediligere per l'assunzione sono la bollitura (per le zuppe) e l'infusione (per le bevande).
La differenza tra gli integratori a base di Ganoderma o Reishi e l'alimento/bevanda consiste nella concentrazione dei principi attivi, senz'altro maggiore negli integratori rispetto al fungo essiccato; tuttavia, se è vero che gli integratori di MAGGIOR qualità vengono commercializzati sotto forma di concentrato puro in principi attivi, quelli più scadenti vengono dalla semplice polverizzazione della polpa fungina essiccata e contengono livelli di principi attivi esponenzialmente più bassi.Le sostanze contenute nel Ganoderma aiutano il nostro corpo a creare il suo sistema immunitario naturale più efficacemente, inoltre i polisaccaridi rendono il sistema immunitario forte.
L’adenosina eliminerà il grasso corporeo e il colesterolo nel vostro corpo, aiuta le persone con le arterie intasate da qualsiasi grasso, l’essenza ganoderica vi farà rimanere giovani e sani, aiuta anche ad alleviare i problemi causati da ferite cutanee, punture di insetto, e qualsiasi emorragia esterna.
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