07/06/13

la battaglia di Los Angeles


vi racconterò in questo articolo di una vera e propria battaglia condotta da una isterica reazione della contraerea americana contro un sonnacchioso disco volante che il 25 febbraio del 1942 si trovava a fare una passeggiata notturna sopra la californiana città di Los Angeles.

     


Il 7 dicembre del '41 il Giappone aveva portato un proditorio (?) attacco alla flotta americana del Pacifico che si trovava ormeggiata nel porto di Pearl Harbor nelle isole Hawaii. L'allora presidente USA Rooswelt parlò di "giorno dell'infamia" allo scopo di fomentare la riprovazione dell'opinione pubblica nei confronti dei musi gialli, senza però far trapelare nulla sul fatto che i servizi segreti avevano scoperto le intenzioni dei Giapponesi già qualche giorno prima dell'attacco; ma astutamente il diabolico presidente USA con il suo silenzio, cioè senza allertare la contraerea che avrebbe affrontato la minaccia con mezzi adeguati, approfittava della ghiotta occasione per far entrare in guerra il proprio Paese contro Giappone, Germania e noi, chè tanto a farsi sparare addosso ci andavano gli altri, mica lui che fra l'altro era anche paralitico. E così, solo in quel bombardamento, ci lasciarono la pelle in 3.000 proprio come a New York l'11 settembre 2001. Che strana coincidenza, eh?

Lo stato d'animo degli americani era a dir poco preoccupato, ansioso, tanto più che correvano voci secondo le quali i figli del sol levante, galvanizzati dal successo della sonora legnata inferta agli yankee e soprattutto dal buon andamento in campo militare nello scacchiere del sud-est asiatico, preparavano uno sbarco in grande stile sul suolo americano per dare una sonora lezione a quel popolo responsabile delle loro sofferenze, dovute ad embarghi ed inique sanzioni nei loro confronti come è nella tradizione USA.

In questo contesto, quindi, va visualizzato lo scenario che andremo adesso ad esporre. E' ovvio che se i Giapponesi volevano invadere l'America, dovevano necessariamente farlo attraverso il Pacifico, sbarcando sulle coste della California. E di conseguenza proprio queste coste in quel periodo videro moltiplicarsi le postazioni antiaeree costituite da mitragliere a tiro rapido in grado di sparare proiettili da 6 chili circa, dotate di spolette regolate a tempo in funzione dell'altezza del velivolo avversario.

Verso sera di quel giorno 24\2\42 ecco che i primitivi radar della territoriale inquadrano qualche cosa che si sta muovendo sui cieli dell'oceano a qualche centinaio di chilometri dalla costa, ma niente di troppo preoccupante, tanto che il livello di allerta che viene diramato è solamente verde, il chè significa che gli artiglieri devono solamente rimanere inchiodati ai loro pezzi in attesa di aprire il fuoco al momento opportuno.

 

Stranamente però verso le 11 della sera, ecco che il contatto con il qualche cosa viene meno, ma non per questo viene diramato il cessate allarme, anzi questo mistero innervosisce ancora di più i militari preposti alla difesa della città.

Alle 3 di notte, però, avviene un avvistamento stranissimo: appare cioè un "pallone sonda" dotato di una luce rossa di avvistamento, così almeno dicono le cronache di quel tempo, apparizione che è sufficiente a scatenare la reazione isterica dei militari della 37esima brigata di artiglieria preposta alla difesa contraerea di Los Angeles.

Si accendono i fari ad arco voltaico che illuminano il cielo a giorno, ed i cannoncini a ripetizione iniziano a vomitare granate a tempo da 6 kg nel tentativo di far fuori gli odiati figli del sol levante. Quella notte ne furono sparate 2.000, solo di granate, ma contemporaneamente non tacquero le mitragliatrici da 37 mm, mentre altri militari si divertirono come matti a sparare con i mitra e addirittura con le pistole. Un cacciatorpediniere in secca per riparazioni, esso pure fece fuoco all'impazzata. Gli americani si rilassano così.

 

Il fuoco rabbioso fu talmente irrazionale che nessuno sapeva bene dove stava sparando, praticamente si mirava verso la luce delle fotoelettriche che però qualcosa realmente inquadravano, come vedremo fra poco!

Il risultato di questa notte di baldoria fu di 6 morti dovuti alle schegge metalliche residue delle esplosioni cadute in testa ai tanti curiosi che si godevano lo spettacolo pirotecnico fuori programma, 2 morti di infarto che non possedevano il senso dello humor, 2 morti per incidenti stradali dovuti all'oscuramento totale della città di Los Angeles e che alle 3 di notte se ne andavano in giro invece di starsene a casa, svariati incendi scoppiati un po' qua un po' là, e parecchie mucche nelle fattorie della zona anch'esse colpite dalla pioggia di schegge e che secondo me persero il latte, ed inoltre numerosi feriti non quantificati.

E l'oggetto misterioso? Manco pa' capa. Quello se n'era sparito per i fatti suoi. Ma ecco le poche foto che ci sono giunte fino a noi.


 




 Osservate l'ultima foto qui sopra di colore un po' rosa che mostra un oggetto volante illuminato da 7 fotoelettriche tutte lì convergenti, nel cui punto di incontro possiamo chiaramente distinguere un bel disco volante del tipo George Adamsky che possiamo ammirare qui sopra. Bene lo sapete dove abitava il nostro Adamsky? Proprio a due passi dall'osservatorio di monte Palomar, e lo sapete dove si trova questo famosissimo osservatorio? L'avrete già capito, a 30 km a sud di Los Angeles!

La conseguenza di questa incredibile susseguenza di fatti e di avvenimenti ci fa capire che non è vero che gli americani presero quella notte un colossale abbaglio sparando come deficienti al nulla, ma che invece, data la psicosi di guerra dovuta al bombardamento di Pearl Harbor, costoro inquadrarono, almeno inizialmente un vero disco volante e che questo era assai simile a quelli che di lì a poco George Adamsky avrebbe contattato e fotografato più e più volte nella sua vita.

     






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